FIBONACCI, ELIOT, DOW, NEL TRADING

LA TEORIA DI DOW

è una delle più importanti e necessarie conoscenze che un trader, soprattutto tecnico, dovrebbe possedere.Prima di addentrarsi nella teoria vera e propria, vediamo la storia, senz'altro interessante che ha coinvolto quest'uomo fino a renderlo famoso.Nel 1882 Charles Dow era socio di Edward Jones, insieme fondarono una società denominata Dow Jones & Company. La maggior parte degli studiosi dei mercati sostengono che ciò che oggi viene definitia universalmente come "analisi tecnica" nasce dalle teorie proposte la prima volta da Dow nel periodo tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900. I concetti che esprimeva Dow furono inseriti in una serie di articoli scritti per il famosissimo Wall Street Journal. Oggi, a distanza di 100 anni, la maggior parte dei traders e degli analisti finanziari riconosce e fa propri fondamentali della teoria di Dow, a volte anche inconsapevoli della sua origine. La teoria di Dow è tutt'oggi a distanza di un secolo uno strumento vitale per lo studio dell'analisi tecnica, nonostante oggi, nonostante a distanza di tanti anni, siano a disposizione potentissime tecnologie informatiche disponibili per ottenere dai movimenti di mercato teoricamente indicazioni più precise, invece questo non accade, perchè la teoria di Dow racchiude in se stessa una serie di concetti e fondamenti basilari e discrezionali che nessun computer potrà mai raggiungere nelle proprie elaborazioni.Il 3 Luglio 1884 Dow pubblicò il primo indice di mercato composto dai prezzi di chiusura di undici titoli, nove relativi al trasposto e due a strumento di valutazione delle condizioni dell'economia nazionale.Nel 1897 separò l'indice in 2 parti, la prima composta da 12 titoli di società industriali e la seconda a venti titoli di società ferroviarie.Nel 1928 il primo indice comprendeva già 30 titoli industriali, che è anche il numero attuale.Negli anni successivi, gli editori del Wall Street Journal aggiornarono l'elenco diverse volte, nel 1929 venne aggiunto un indice di utilità. Nel 1984 in corrispondenza con il centenario della prima pubblicazione di Dow, la market technicians Associations offrì un premio alla Dow Jones and Co. per il contributo permanente apportato dalla Charlses Dow al settore dell'anlisi e degli investimenti. In particolare questo indice è ancora oggi , a distanza di 110 anni dalla sua morte uno strumento di importanza vitale per gli analisti tecnici. Purtroppo Dow non diede mai una forma sistematica al suo pensieri, ma espresse delle idee sul mercato azionario in numerosi articoli comparsi sul wall street journal. Quando, dopo la sua morte, furono raccolti e ristampati, ci si rese conto, come dell'esistenza di una vera e proprio teoria economica il cui valore per il mercato azionario fu per alcuni autori paragonato a quello che ebbe la teoria freudiana nell'ambito della psichiatria.Il lavoro di Dow fu applicato agli indici del mercato azionario che egli aveva creato, vale a dire quello industriale e ferroviario, comunque la maggior parte dei concetti di analisi da lui formulati sono estendibli a tutti gli indici. In questo articolo verranno approfonditi i 6 concetti generali della teoria, e contemporaneamente sarà dimostrato come queste idee siano adatte ad uno studio moderno dell'analisi tecnica. Le implicazioni connesse a queste idee sono state in parte trattate negli articoli precedenti e verranno anche riprese successivamente nei prossimi articoli.

LA TEORIA DI DOW APPLICATA AL TRADING SUI FUTURES E IL FOREX.

L'opera di Dow prendeva in considerazione il comportamento degli indici di mercato. Se la maggior parte del suo lavoro originale trovava significativa applicazione nel mercato dei futures e del forex spot, è importante sottolineare la distinzione tra trading sui futures e forex e trading sulle azioni. In primo luogo Dow supponeva che la maggior parte degli investitori seguisse solo i trend principali e avrebbero utilizzato correzioni intermedie unicamente per finalità di timing; considerava ininfluenti i trend minori o di breve periodo. Naturalmente questo concetto non è applicabile al trading sui futures in cui i traders tendono a seguire il trend intermedio e non quello principale; per motivi di timing devono prestare una grande attenzione alle oscillazioni minori. Se l'aspettativa di un trader è quella di un uptrend intermedio della durata di un paio di mesi, per l'acquisto attenderà delle lievi flessioni a breve termine; in caso di downtrend intermedio utilizzerà i rimbalzi minori per vendere a breve. Il trend minore, quindi, assume un'estrema importanza nel trading dei futures e del forex spot.

CONCLUSIONI.

In questo articolo sono stati presentati in modo succinto gli aspetti più importanti della teoria di Dow; diventerà chiaro in seguito che la piena comprensione di questa teoria può fornire delle solide basi per lo studio dell'analisi tecnica e che molti degli argomenti che verranno trattati, altro non sono che varianti di tesi già presenti nella teoria di Dow: la definizione standard del trend, la sua classificazione in tre categorie e fasi, i principi delle conferme e delle divergenze, l'interpretazione dei volumi, l'uso delle percentuali di ritracciamento o retracement, solo per citarne alcuni, sono principi derivati in un modo o in un altro dalle osservazioni formulate da Dow.

Leonardo Pisano detto il Fibonacci (1175-1250), cioè figlio di Bonaccio, individuò questa serie per la prima volta nel 1202, per risolvere un problema pratico Fra le più affascinanti teorie legate all'analisi dei movimenti dei prezzi, c'è sicuramente l'insieme degli studi derivanti dalla celebre sequenza numerica di Fibonacci. Nell'opera Libera baci, il Libro dei calcoli, Leonardo Fibonacci (1170 ca. -1250 ca.) presentò una particolare sequenza di numeri che doveva risolvere particolari problemi matematici. A secoli di distanza, la storia della scoperta di questa serie di numeri si mescola alla leggenda, ma è un dato di fatto che si tratti di una sequenza numerica delle interessanti proprietà. Caratteristica di ogni numero della serie è quella di essere il risultato della somma dei due precedenti. La sequenza è infatti la seguente: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89,144, 233, per proseguire così all'infinito. Il primo aspetto che risulta evidente è che a partire da numero 2, vale la proprietà indicata: il numero 3 è infatti il risultato di 1 + 2, così come 5 è la somma di 2 + 3 mentre l'8, a sua volta, risulta dalla somma di 3 + 5 e così via. Dopo i primi quattro valori, il rapporto tra un numero della serie e quello che lo precedetende a 1,618 mentre l'analogo rapporto, calcolato però tra un numero e il seguente tende a 0,618. Il grande genio di Fibonacci non avrebbe mai pensato fin dove si sarebbero potuti spingere i suoi grandi risultati, ma se ne accorse molti anno dopo Elliott, l'ideatore della teoria delle onde.

Fibonacci e i Grafici di Borsa

Dopo una panoramica sull'analisi tecnica condotta ad ampio raggio ed una puntuale descrizione dei numeri di Fibonacci e della sua successione numerica,
nell'analisi delle teorie alla base di questa affascinante e composita dottrina interpretativa del trading online, già espresse da Charles Henry Dow e da Ralph Nelson Elliot. 
Ma, come sa chiunque abbia masticato anche soltanto un po' di analisi tecnica, i numeri di Fibonacciricorrono sui grafici degli strumenti finanziari con una frequenza insolita, inusuale, probabilmente significativa.

Pensateci un attimo: se l'alternarsi di una successione di eventi è in qualche maniera legato alle emozioni umane e quindi sempre all'ordine naturale delle cose, in fondo, non è cosi sbagliato pensare che anche i movimenti del mercato e della borsa seguano andamenti naturali e quindi legati ad una successione di numeri che ha fornito un modello naturale di previsioni di molti altri fenomeni naturali. In questa sezione ti illustreremo chiaramente come muoversi con più competenza e familiarità nel mondo dei grafici per eseguire l'analisi tecnica utilizzando i numeri di Fibonacci.

L'analisi tecnica e i numeri di Fibonacci

Non è cosi difficile notare che i movimenti del mercato finanziario hanno qualcosa che si ripete nel tempo; chiunque di noi abbia mai visto un grafico sui vari portali di trading online ha potuto notare dei movimenti che, dopo un impulso rialzista, tendevano ad avere un impulso ribassista con entità minore e viceversa. Questi cicli sono molto simili a quelli delle onde in fisica, al movimento del mare ad esempio, in cui ad onde di tipo impulsivo corrispondono opposti movimenti di tipo correttivo, secondo il parere di uno dei padri della finanza Ralph Nelson Elliot.

Abbiamo già visto come agli inizi degli anni 30 Elliot rese noti alcuni dei suoi studi sui movimenti dei mercati finanziari, basati sulle teorie di Charles Dow. Vide che esistevano alcuni pattern nei grafici che si ripetevano con una certa frequenza nel tempo e che era auspicabile, in base alla osservazione del loro ripetersi, poter pianificare una previsione sul futuro andamento del titolo azionario. Come rappresentato nella seguente figura, se ipotizziamo un trend rialzista, secondo la teoria delle onde di Elliot, avremo uno schema formato da 8 onde: 5 onde rialziste e 3 ribassiste.

Se prendiamo queste 8 onde in maniera alternata possiamo distinguerle come di seguito:

  • la prima, la terza e la quinta sono onde che quantificano il rialzo e sono note sotto il nome di onde impulsive (impulse waves);
  • la seconda e la quarta, che quantificano l'andamento ribassista in controtendenza alla prima e terza onda rispettivamente, sono dette onde correttive (corrective waves).

Si può notare come, una volta che è terminata la fase di rialzo in cui viene raggiunto l'apice in corrispondenza del massimo valore assunto dalla quinta onda, comincia la fase di ribasso con le ultime tre onde che sono in sequenza la sesta ribassista, la settima in controtendenza, e la ottava ribassista.

Come entra in gioco la serie di Fibonacci sul grafico di un titolo azionario?

Le onde in senso inverso sul grafico di un titolo azionario sono noti come ritracciamenti.

Lo stesso Elliot individuò, nella sua teoria delle onde, che in ogni andamento di un titolo finanziario, ad ogni movimento di impulso rialzista, corrisponde un ritracciamento che percorre in senso inverso il movimento primario con una percentuale del 38, 50 o 62%Queste percentuali sono i valori che si riscontrano nelle osservazioni dei grafici dei titoli finanziari e sono in pratica nell'analisi tecnica adoperati dagli operatori finanziari per eseguire la valutazione del calcolo dei prezzi. Se vi ricordate quello che vi ho illustrato nella precedente sezione, salta subito agli occhi che queste percentuali, sono proprio gli stessi numeri dei rapporti che caratterizzano la serie di Fibonacci: è straordinario come la teoria delle onde di Elliot sia stata confermata matematicamente dalla sequenza di Fibonacci. Ma di questo, amici , parleremo più approfonditamente nella prossima sezione in cui analizzeremo i ritracciamenti e i ventagli di Fibonacci.

La successione di Fibonacci si ottiene sommando il numero "1" (storicamente il primo numero della successione) con se stesso ottendendo "2", per poi sommare il numero ottenuto con quello immediatamente precedente. Iterando: 1+1=2, 1+2 =3, 2+3=5, 3+5=8, ottenendo la sequenza 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377, 610.... 

Leonardo Pisano
Leonardo Pisano
Ralph Nelson Elliot
Ralph Nelson Elliot

Secondo il pioniere della finanza Ralph Nelson Elliot i mercati si muovono seguendo cicli simili a quelli del mare, dando origine a onde di tipo impulsivo e ad opposti movimenti di tipo correttivo. La figura principale delle Teoria delle Onde di Elliott prevede un ciclo composto da cinque onde rialziste seguite da tre ribassiste. Il ciclo completo è formato da otto onde: la prima, la terza e la quinta onda sono denominate "onde di impulso" o "impulse waves" ed esprimono il rialzo, mentre la seconda e la quarta onda, che si muovono in controtendenza, esprimono il movimento di correzione rispetto alle onde 1 e 3. Elliott le chiama infatti proprio "corrective waves". 

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